un mondo in dissolvenza - parliamo di ecoansia
CLIMATO è la newsletter che parla di clima al passato.
parliamo di storia ambientale, di cose che hanno avuto un impatto significativo sull’ambiente e il clima che viviamo oggi.
un mondo in dissolvenza - parliamo di ecoansia
che detto in pochissime parole è 👇
🧬 paura cronica di un destino ambientale catastrofico
così a parole suona chiarissimo, ma va un po’ zoomato per osservare tutte le sfumature che può avere. per capirci di più ne abbiamo parlato con uno psicologo cognitivo e delle relazioni, marco santilli che lavora con molte persone della gen z (nate da fine anni 90 al 2010) e della gen alpha (nate dal 2010).🎧
lo spettro delle emozioni coinvolte è ampio: preoccupazione, paura, rabbia, dolore, disperazione, senso di colpa e vergogna, ma anche speranza. sentimenti complessi, talvolta contrastanti, che emergono frequentemente insieme e che possono diventare un fattore di stress psicologico persistente.
torniamo alle basi: l’ansia è cattiva, è buona o è un ☯️?
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cosa dicono le ricerche sul tema?
nel 2021 un gruppo di ricercatori dell’università di bath in uk, ha svolto una ricerca su scala globale, raccogliendo interviste a 10.000 persone di età compresa tra i 16 e i 25 anni, in dieci paesi diversi (australia, brasile, finlandia, francia, india, nigeria, filippine, portogallo, uk e usa). hanno raccolto dati sulle loro opinioni e sensazioni riguardo al cambiamento climatico e alla risposta dei governi.
alla domanda su come si sentissero rispetto al cambiamento climatico l'84% ha risposto almeno moderatamente preoccupato, il 59% si è dichiarato molto o estremamente preoccupato.
oltre il 50% ha riferito di sentirsi triste, ansioso, arrabbiato, impotente, in colpa e senza speranze per l’emergenza climatica.
rispetto alle azioni dei governi, la maggioranza dei partecipanti al sondaggio ha riferito di sentirsi tradita piuttosto che rassicurata.
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politiche dell’ansia
nel primo audio marco santilli ci ha detto che l’ecoansia non è riconosciuta come patologia. secondo voi è un bene o un male?
per rispondere dobbiamo fare un po’ di passi indietro:
perché si parla sempre di ecoansia e mai di ecorabbia?
se lo chiede letizia molinari, attivista di fridays for future in un articolo di jacobin.
scrive: «questa lettura dell’ecoansia come la nuova malattia del secolo o il disturbo mentale della generazione z, oltre a riflettere una strumentalizzazione del concetto, è di per sé molto problematica. […] la tendenza a pensare la crisi climatica come un agente patogeno e ad assimilare l’ansia climatica a un disturbo patologico, nega qualsiasi capacità di attivazione collettiva. da questa lettura, non può emergere alcuno stimolo politico in grado di ribaltare l’equazione e innescare processi trasformativi nella società».
se rendiamo l’ecoansia una patologia la spostiamo sul piano individuale ma l’ecoansia non è un problema del singolo, si riflette sul singolo in quanto parte di una collettività, va affrontato a partire da un’attivazione collettiva, il singolo da solo non può risolverlo e non è giusto che si senta in ansia, impotente, ecc. ecc. perché da solo, di fronte a quel problema, ne viene sovrastato.
recappino: 1) l’ansia non è per forza una cosa negativa, è un allarme, bisogna saperlo ascoltare, ci attiva l’attenzione, ci può salvare la vita; 2) l’ecoansia non è un problema individuale, prova a trasformare l’ecoansia in 🪄 ecorabbia e chiediamo e cerchiamo insieme soluzioni a una crisi che non mette a repentaglio solo la vita di un individuo ma di tutty.
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immagini di futuro dai nostri lab
non siamo l’università di bath, non abbiamo incontrato 10000 persone ma un po’ di classi delle superiori per fare con loro un percorso a partire dalle nostre ultime uscite sull’acciaio e per chiedere loro cosa ne pensavano del futuro e dell’equilibrio tra lavoro e ambiente.
la domanda che abbiamo fatto loro è: come ti immagini il futuro? ambiente, benessere sociale e crescita economica li vedi in equilibrio tra di loro?
«un mondo in cui non ci occupiamo dell’ambiente è un mondo in cui siamo morti. ma per poter occuparci dell’ambiente abbiamo bisogno di essere in salute».
«il mondo sta cambiando, è inevitabile. affronteremo periodi di crisi. sta a noi scegliere come affrontare crisi e cambiamenti»
«il focus dei media è incentrato sullo scenario politico (telecamera in alto a sinistra). si portano in secondo piano le condizioni disastrose in cui alcune persone/paesi vivono. a soffrire del disinteressamento dei media è anche il cambiamento climatico. tutte queste tematiche convergono in una frase: il futuro incerto».
«come mi immagino il futuro: dominati dalla tecnologia e dal voler applicare il nostro dominio al di fuori della terra con nuove tecnologie. ci imbatteremo in forme di vita extraterrestre. alla fine però con le guerre moriremo tutti».
ti salutiamo con questi collage bellissimi, i laboratori li abbiamo fatti grazie a codici ricerca e intervento e ènostra che ci hanno sostenuty.
se ti va dacci una mano e spamma climato a un po’ di amicy a cui potrebbe piacere 🌱
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