lo smartphone
WOAH!
CLIMATO è la newsletter che parla di clima al passato.
parliamo di storia ambientale, di cose che hanno avuto un impatto significativo sull’ambiente e il clima che viviamo oggi.
this week we talk about…
lo smartphone
oh yessss. partiamo da quello che avete in mano e vi portiamo in tanti posti, diversi, e nei loro strati di passato.
🧬 quando nasce lo smartphone?
bisogna capirsi. lo smartphone unisce due tecnologie che lo precedono, il telefono e il computer. alla lettera.
siamo all’inizio degli anni 90, è appena caduto il muro di berlino (89), tim bernes-lee ha progettato e sta facendo funzionare un sistema di interscambio tra università, internet (90), si dissolve l’urss e la russia avvia le prime relazioni formali con la nato (91). ibm progetta simon, considerato il primo smartphone (92), commercializzato dal 93 al prezzo di 899 dollari, il doppio del canone d’affitto medio negli stati uniti. tra 92 e 93 esordiscono i radiohead con pablo honey, il brano creep fa il giro del mondo. nel 93 nei cinema ci sono jurassic park e schindler's list.
🤿 perché lo smartphone c’entra col clima?
well. lo sapete tutti, produrli ha un impatto, anche tenerli carichi ovviamente, ma soprattutto estrarre e lavorare le materie prime. deloitte nel 2022 ha fatto i conti della co2 emessa in relazione agli smartphone e ci dice che ne generano 146 milioni di tonnellate. per capirci circa 1/232esimo del totale di co2 emessa nel mondo.
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qual è la storia delle risorse che servono a costruire uno smartphone?
un passo indietro. due scienziati per capire di cosa è fatto un smartphone l’hanno frullato. sono arjan dijkstra e colin wilkins dell’università di plymouth, il video è fregnissimo, guardatelo.
di tutte le polverine che hanno ottenuto facciamo un tuffo veloce nella vicenda estrattiva di una tra quelle che avete visto nel video, mixando come sempre ambiente, politica e storia.
cos’è successo al congo e come si è arrivati all’estrazione di metalli rari che avviene oggi?
cobalto: back to the nienties. dell’800 e del 900. dell’800 joseph conrad scrive cuore di tenebra (il libro che ha ispirato apocalypse now di coppola) romanzo immaginato a partire dalla sua esperienza di viaggio in africa come capitano di un vascello a vapore. in quel momento il congo è belga, anzi di leopoldo II, re del belgio, che lo controlla come dominio personale. conrad racconta la risalita del fiume «somigliante a un immenso serpente srotolato, con la testa nel mare...la coda perduta nelle profondità del territorio». il romanzo ne risale lo stomaco, fino alla fine. e alla fine, marlow, il protagonista, trova l’orrore primordiale, un uomo bianco divinizzato, kurtz, che controlla la raccolta di avorio.
appunto, perché i belgi andavano fino a là? avorio e caucciù.
salto ai nienties del novecento, nel mezzo: 1960 prime elezioni del congo indipendente.
belgi out: quindi chi controlla le risorse?
non è così semplice…
⚡⚡ storia lampo del congo dal 1960
dobbiamo andare un po’ veloci perché vogliamo arrivare al punto. lumumba è il nome del presidente eletto nel 1960 di cui parlavamo sopra, viene assassinato nel 1962. da qui un po’ di instabilità e dittatura militare di mobutu (una delle più longeve d’africa 1965-1997).
tra il 1994 e il 1995 un milione di ruandesi di etnia hutu per sfuggire al genocidio che sta vendo luogo nel loro paese fuggono in congo. è un’ottima occasione per l’esercito ruandese per entrare in congo nel 1996 e non se la fanno sfuggire, le risorse fanno gola a tutti. prima guerra del congo.
un movimento di ribellione a mobutu si fa strada in congo, a guidarlo è kabila (un vecchio guerrigliero che già aveva combattuto al fianco di che guevara per portare la rivoluzione in congo). kabila ha il sostegno di uganda e ruanda. vince, nel 1997 e pone fine alla dittatura militare di mobutu. pace? macché. un anno dopo con un decreto presidenziale accusa i ruandesi (ex-alleati) in terra congolese di avere organizzato una rete di sfruttamento illegale delle risorse. li espelle (seconda guerra del congo).
2001 kabila assassinato, gli succede il figlio trentenne, kabila 2. che è stato al comando, vincendo due giri di elezioni, fino al 2018. oggi il presidente è tshisekedi. oggi il sito della farnesina ricorda che rimangono sconsigliati i viaggi non necessari in repubblica del congo e parla di una situazione di pericolo e conflittualità persistente.
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ergo?
vi riportiamo un passo di un antropologo, luca jourdan che analizza i fatti riassunti sopra in modo interessante, trovate l’articolo qui.
«l’approccio economico alla guerra prende spunto da una domanda: chi trae beneficio dalla violenza? nella storia del congo, il fatto di essere uno dei paesi più ricchi al mondo in risorse minerarie si è rivelato una sfortuna. il filo rosso della violenza, che percorre il passato coloniale sino ai giorni nostri, è legato allo sfruttamento di queste risorse. oro, diamanti, coltan, cassiterite e altri minerali sono stati, e sono tuttora, al centro di un traffico lucroso a beneficio di uomini politici e capi militari, congolesi e non, di trafficanti e di numerose società e multinazionali minerarie. a questo si aggiunge che molti minerali preziosi in congo si trovano in superficie, ossia sono facilmente estraibili senza dover ricorrere a grandi capitali ed investimenti in tecnologia. tutto ciò è perfetto per un’economia di guerra poiché è sufficiente controllare militarmente un determinato territorio per poter beneficiare della rendita dell’estrazione mineraria. da questo punto di vista la columbo-tantalite (coltan) è un esempio paradigmatico. il coltan è una lega di metalli che viene prevalentemente usata nell’industria aerospaziale ed elettronica (è impiegata, per esempio, nella costruzione di amplificatori di carica per telefoni cellulari). a partire dalla fine degli anni novanta il prezzo di questa lega sul mercato internazionale è salito alle stelle per via del boom della e-economy, quando telefonini, playstation e altri apparecchi elettronici sono diventati beni di consumo di massa a livello planetario. nel nord kivu, una delle regioni al mondo più ricca in coltan, questo minerale si trova in superficie ed è quindi sufficiente asportare lo strato di terra superficiale per estrarlo. per i signori della guerra locali è quindi piuttosto semplice trarre benefici dal traffico di questa materia: una volta occupato con le armi un determinato territorio, il coltan viene estratto da giovani, donne e bambini che, con attrezzi rudimentali, lavorano nei siti minerari in condizioni di semi-schiavitù. la povertà e la disoccupazione diffusa fanno sì che sia molto facile reperire la manodopera disposta a lavorare a bassissimo costo in queste miniere, di solito situate in luoghi di foresta remoti. una volta estratto, il coltan viene trasportato, perlopiù per mezzo di aerei leggeri in grado di atterrare in piste di foresta, a kigali e kampala e da qui raggiunge i mercati internazionali attraverso la mediazione di società vicine ai governi ugandese e ruandese (united nation 2001a; united nation 2001b). il business è decisamente lucroso e questo spiega perché in congo, al pari di altri contesti, l’obiettivo della guerra non è la vittoria sul nemico ma piuttosto la prosecuzione della guerra stessa».
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what else?
many many many things. la cina è in super-ascesa tra i partner commerciali del congo, si contende il primo posto con l’ue e già il 45% dell’export del paese africano fa rotta verso lì.
la cina ha già un ruolo da protagonista nello sfruttamento delle terre rare, ne parleremo senz’altro in una delle puntate future. qui menzioniamo giusto per ri-accendervi un alert: come avete già capito non stiamo parlando solo del congo.
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curiositè
moon mining è l’espressione con cui ci si riferisce alle attività che mirano a recuperare materie prime dalla luna.
ok, sembra una pubblicità progresso. e un po’ lo è. di questa grafica di boeing che abbiamo trovato qui, nell’ambito di questo numero, il riquadro che ci interessa è heavy rare earth metals, le terre rare (come spesso viene tradotto in italiano). yes. sono quelle di cui abbiamo parlato sopra e che servono per fare gli smartphone!
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consiglitè
📺 un video bomba di steve jobs che lancia il primo iphone nel 2007