il packaging
WOAH!
CLIMATO è la newsletter che parla di clima al passato.
parliamo di storia ambientale, di cose che hanno avuto un impatto significativo sull’ambiente e il clima che viviamo oggi.
back to youssss con l’articolo di questo mese, che si chiama…
il packaging 📦
we’re looking for the zeitgeist (spirito dei tempi, ritmobattito dei tempi) e abbiamo pensato a una delle cose che ci rappresentano di più per contrasto alla crew di antenati che abbiamo, il packaging, ovvero l’imballaggio-confezionamento dei prodotti che consumiamo. partiamo dal “dimmi quando quando quando”.
⚡⚡ micro-preistoria lampo del confezionamento di un litro di latte
innanzitutto. c'è un prima e un dopo l'industria, passiamo da a) una larga percentuale di autoconsumo del latte munto, b) al momento in cui il latte viene prodotto soprattutto per essere commercializzato (e quindi confezionato).
la prima figura mitologica che sembra straight outta una poesia di montale è il menalatte, ovvero il deliveroo che girava con un carretto per le case a portare il latte, le persone si presentavano alla porta col loro pentolino. top. ma funziona sulla piccola scala. il mondo cresce invece a cannone, in numeri e complessità, perciò quel modello di business crolla.
welcome to the era del vetro.
il latte è deperibile (danger danger danger!) e questo è un grande motivo di preoccupazione e anche un limite alla sua vendita su larga scala.
ma nell'ottocento arriva john pasteur. non un ciclista velocissimo che porta il latte dappertutto prima che deperisca, non si chiama nemmeno john ma louis (john faceva solo silicon valley). è un chimico y microbiologo che inventa rullo di 🥁: la pastorizzazione!
pastorizzare significa portare un alimento a una temperatura tra 60° e 80° per un intervallo di tempo sufficiente a renderlo sicuro e a ridurre la parte di microflora che può causare alterazioni del prodotto stesso.
e da qui gringos si comincia a parlare di packaging!
🧬 deep into la storia
una legge del 1929 nota come carta del latte ci fa capire quanto stavano in para i nostri antenati per la proliferazione batterica del latte. la legge obbliga alla pastorizzazione. per applicare la legge vengono istituite le prime centrali del latte che avevano proprio lo scopo di controllare e pastorizzare il prodotto prima del passaggio al consumatore.
un’inchiesta che non esiste ma che abbiamo inventato a partire da fonti attendibili raccoglie le lamentele delle casalinghe del tempo.
in estrema sintesi il vetro, dentro cui viene trasportato il latte, 1) occupa spazio 2) si rompe 3) pesa e - dice sempre l’inchiesta - 4) va reso. controfirma il sindacato dei trasportatori riportando le stesse ragioni.
alt! prima che ci bruciate perché abbiamo detto casalinghe e non casalinghiiie. in una pubb del tempo quando viene presentato il tetra pak - promettendo di avere risolto i 4 problemi elencati sopra - si parla solo al femminile! è zeitgeist, il brivido della storia.
quindi. ri-alt! cos’è il tetra pak?
ruben rausing - fondatore di tetra pak - ce lo spiega piegando un foglio di carta. e l’esempio col foglio di carta non è inappropriato perché il tetra pak è per lo più carta, con una percentuale di plastica e alluminio che possono essere separate in fase di riciclo. il tetra pak pesa 1/10 del vetro, è meno fragile e più facilmente trasportabile.
per i feticisti qui il video integrale della pubb di cui parlavamo sopra. se saltate a metà vedete i primi modelli di tetra pak prodotti.
oggi 2024 affrontiamo problemi diversi. la logistica e i trasporti rimangono un nodo cruciale. basti pensare a quanto l’ecommerce ha allargato il volume e il raggio medio delle compravendite, e a quanto tutto ciò è chiaramente legato al packaging.
plus, dal 1950 a oggi la popolazione mondiale è passata da 2,5 a 8 miliardi di persone.
🤿 ma quindi perché il packaging c’entra col clima?
grazie younic south per averci chiesto così insistentemente di dire perché il packaging c’entra col clima e quindi con climato.
un po’ di datas raccolti dall’ufficio statistico della comunità europea.
la media dello spreco pro-capite in ue nel 2021 è 188.7 kg. cioè. ogni anno potremmo creare tre fantocci di noi stessi con lo schifo che produciamo scartando l’insalata, il decimo paio di adidas comprato su vinted, il ventesimo paio di cuffiette comprato e rotto nel giro di sei mesi, ecc. ecc. nella nostra vita sarebbero oltre 200 fantocci di schifo, a testa, dovremmo costruire palazzi per i fantocci di schifo. un disastro.
per sapere con quali materiali potremmo costruire questo popolo di sporco, here we go con un quadro dettagliato delle materie prime a nostra disposizone:
quindi la risposta agli yonic south è because of 188kg*8000000 miliardi di schifo in meno nel mondo. con proiezione sicuramente iper-approssimativa per mille ragioni ma purtroppo non lontana dalla realtà, 8 miliardi sono le persone nel mondo nel 2023 a cui abbiamo moltiplicato i 188kg di waste pro-capite derivato dal packaging.
produrre e riciclare packaging è comunque impattante - come molte altre cose - ma la facilità con cui diventa waste è uno dei grandi problemi che alimenta questa catena matta di produzione di fantocci di schifo.
non a caso la ue a fine 2023 si è data degli obiettivi di riduzione degli imballaggi - il 5% entro il 2030, il 10% per il 2035 e il 15% entro il 2040. e parla soprattutto di riuso, in opposizione al riciclo, riducendo quindi il passaggio in spazzatura e la ri-trasformazione laddove prevista.
📦🔨
il packaging nel frullatore
nella scorsa puntata abbiamo frullato uno smartphone. abbiamo provato col packaging ma il risultato è stato molto meno catchy da vedere. ma tiene mucho gusto quando si legge.
in particolare la nostra prima paura da consumatori medi come tutti voi disperatie iscrittei è: ‘ma quanto 🚀 costa la pasta e quanto la scatola?’.
abbiamo frullato tutto e le statistiche sono: sul prezzo totale un valore dal 10% al 40% è packaging. presto detto che se dal costo di un prodotto togliamo oltre al packaging, il trasporto, la comunicazione e via tutto quello che non è la parte organica ma che rende possibile quel chilo di pasta disponibile per un anno sullo scaffale del nostro supermercato di fiducia we soon discover che stiamo comprando molto più oltre a un chilo di grano lavorato. qual è il costo della pasta da sola?
💎
contest time: le cose più fantascientifiche ma vere
forse un giorno riusciremo a prescindere completamente dal packaging, nel frattempo abbiamo fatto una classifica tra le idee più matte che abbiamo trovato per il futuro del packaging, di poco fuori dal podio…
funghi.
la carta che germoglia. carta piantabile fatta con carta riciclata integrata ad una speciale miscela di semi di fiori annuali e perenni. quando la carta viene bagnata e piantata nella terra, i semi germogliano e la carta produce compost.
alghe marine, un ingrediente naturale e sostenibile per gli imballaggi monouso, commestibili e biodegradabili al 100%.
and the winner issssssssssss:
dalla tequila per pulirci la coscienza. biopall usa gli scarti di produzione della tequila, i residui di buccia di agave, per fare packaging sostenibile.
🔫
ASMR
📺 guilty pleasure in contraddizione con tutto quanto detto sopra
🎩
come in tutti i giornaletti di sudoku rispettabili here we go con le soluzioni del numero precedente, al sondaggio avete risposto così
(per chi si fosse sintonizzato solo ora trovate tutte le puntate di climato su substack ai link in calce). comunque, chiedevamo chi sarebbe andato sulla luna a estrarre terre rare necessarie alla costruzione di smartphone, retribuzione 1800 netti/mese, abbiamo montato le vostre risposte: